È impossibile definire con una sola parola cosa siano, come funzionino e che tipo di musica facciano i Flame Parade.
Il gruppo è al 100% italiano, nato nel 2012 dall’intesa tra Marco Zampoli, Mattia Calosci e Letizia Bonchi, adesso accompagnati anche da Niccolò Failli e Francesco Agozzino, e ha origine ad Arezzo, in Toscana.
Sul sito di Rockit, dove si possono trovare e ascoltare sia questo album che il loro EP di debutto (A New Home, 2016), il gruppo è listato come “Indie, folk, alternativo”, ma la verità che si scopre ascoltando il loro album di debutto è che qualunque definizione, specialmente quelle basate sui generi, non basta a descrivere i contenuti e i guizzi creativi che compongono la visione creativa di questa band.
Cosmic Gathering promette sin dalla copertina un’esperienza spaziale, stravagante, atmosferica, e non si può dire che in questo senso non ottenga un pieno dieci e lode.
Solo elencare i tipi di strumenti che si ascoltano e scoprono nell’album richiederebbe una lista a parte.
Si sentono le chitarre elettriche, naturalmente – ma si sentono anche cori di ottoni, assolo di violino, armoniche, elementi elettronici.
Una diversità di “pezzi del puzzle” che i Flame Parade riescono a combinare tuttavia in maniera organica, funzionale – i sapori delle singole melodie si mescolano senza che nessuno mai ne soverchi un’altro.
L’album si allarga in atmosfere melanconiche, incerte, guidate dalla buona voce di Marco Zampieri, e le esamina con una maturità e una grazia ammirevole soprattutto per un gruppo di debuttanti.
La matrice folk-rock rimane fermamente intatta per tutta la durata di Cosmic Gathering.
Anche nelle tracce più lente e riflessive, come “I’m A Mountain” e la title track “Cosmic Gathering“, il basso e la sessione ritmica mantengono una presenza forte e prevalente, che assicurano che nessuna di esse sprofondi nella noia o nella monotonia.
C’è un senso di equilibrio e di ponderatezza in Cosmic Gathering, di quello che si sente quando la musica è fatta da qualcuno che ci tiene e ha qualcosa di sé da raccontare. Senza cascare tuttavia nella trappola della pretenziosità, dell’esagerazione.
Rockit lo definisce pop, e in un mondo ideale li si potrebbe ascoltare alla radio.
Cosmic Gathering presenta una band in pienissima forma, dalla matrice creativa accesa e inarrestabile, costruito con onestà e con vocazione.
Difficile incunearlo in un genere, definire a cosa paragonarlo – che i paragoni che vengono in mente in automatico sono due band differenti come le First Aid Kid e i Red Hot Chili Peppers basti a indicare la particolarità di questo gruppo – ma si capisce nonostante tutto che è opera di onestà e visione artistica.
Per dire a chi può piacere si potrebbe pensare a tutti.
A chi ha voglia di provare qualcosa di nuovo, di particolare, di onesto.
Così è nel suo profondo Cosmic Gathering. La sua bellezza sta nel suo essere.
